Come scegliere una scuola.

Scuola di massaggio
Come scegliere una scuola: ce lo han chiesto talmente allo sfinimento che facciamo un riassunto di quello che secondo noi (e dunque assolutamente opinabile) é un criterio di buon senso.
Se hai giá letto “come diventare massaggiatori” e  hai risolto il problema sanitario/non sanitario ti resta solo da decidere quale scuola.
A. La struttura
1. Dove é ubicata la scuola? E’ abbastanza vicina a un grosso centro per cui ha disponibilitá di docenti? Ovvero, se si ammala un docente, trova subito un supplente?  Ricorda che un docente viene pagato pochissimo, difficile che uno molto impegnato si faccia 30 km per andar a far lezione.  E se lo fa forse non ha trovato di meglio.
2. L’esperienza. Diffida delle scuole nuove. L’ esperienza di anni ha dato alle scuole storiche materiali, tecniche, legami con le istituzioni, il territorio, l’ambiente sportivo e sanitario, ti manda agli eventi, si fa conoscere ma ti fa conoscere.
3. La Scuola non é un ente benefico, é un’azienda. Ci sono buone aziende ed aziende all’arrembaggio dei fondi, aziende organizzate e aziende improvvisate. Una scuola seria ha una sede centrale e forse al massimo una o due distaccate. Non è Benetton, non ha filiali ovunque, non lavora in franchising. Usa la logica e diffida: nessuno che abbia speso una badilata di quattrini ti dira’ che ha fatto una scuola poco seria.
4. Stare attenti: ci sono scuole che copiano programmi e articoli, persone che si definiscono Maestro a 25-30 anni, docenti con lauree bulgare, scuole con 20 corsi diversi e formazioni rapidissime…Non farai mai posturale in 6 giorni quando un corso normale dura 1-2 anni, non farai linfo in poche ore quando ci vogliono settimane, non potrai mai dirti insegnante se non hai una pratica clinica alle spalle. Ecc.
B. I docenti
1. La scuola ha pubblicato l’elenco dei docenti?  Chi sono? Hanno un curriculum? Han scritto qualcosa? Hanno esperienza o son trentenni allo sbaraglio? Il loro elenco é aggiornato, insegnano veramente loro o la scuola usa nomi di rilievo che poi non vengono?
2. Un buon sistema di scelta é puntare su un docente noto e vedere dove insegna. Un nome importante non insegnerá mai in una scuola discutibile, in franchising, in periferia.
C. I Programmi.
1. Va da sé che la scuola deve formare secondo un programma ma abituiamoci a chiedere i programmi dettagliati e valutarli. Se non esiste un preciso programma online, se non ti danno documentazione, se quella che ti danno è pubblicità, evita la scuola.
2. Guarda le ore. La scuola ufficiale di linfo, la Vodder a Waldsee, fa il corso in 4 settimane a tempo pieno. Non si fa in due giorni un taping, un californiano, un ayurveda, meno ancora un massaggio sportivo.  Siamo stati richiesti in commissione d’esame in queste scuole e siamo inorriditi.  Nulla di quanto abbiamo visto era corretto. Nulla.
D. La certificazione.
Come avrai già visto qui https://bodyworking.wordpress.com/come-diventare-massaggiatori/ la SOLA, UNICA certificazione che oggi é ABILITANTE ossia che consente di lavorare nel terapeutico= sanitario  é quella MCB (Massaggiatore e Capo Bagnino ossai massoterapista e idroterapista) Fuori da questa c’è l’estetica col suo percorso e l’olistico dove non si fa assolutamente terapeutico pena l’abuso di professione e dove le certificazioni sono carta da parati.
 Massaggiatore sportivo. La professione e’ regolamentata: possono definirsi massaggiatori sportivi ed esercitare la professione solo i fisio/masso/terapisti. Ridefinizioni come “massaggiatore dello sport” o simili sono pericolose.   Fare massaggio sportivo senza abilitazione é abuso di professione=PENALE.    documenti.camera.it/Leg17/Dossier/pdf/GI0270.pdf

—-Aggiunta—-

Nel settore olistico ci sono traffici inenarrabili. Se si digita “scuola massaggi” su google non e’ detto che escano le piu’ serie ma quelle che han fatto il miglior marketing, che pagano google e appaiono prime nei risultati di ricerca. Vincono i soldi non la competenza.
Spesso sono scuole in franchising. Digitare “franchising massaggio” per trovarle. Come funziona: io scuola compero materiali, lettini, tutine, magliette, candeline e faccio un marchio. Poi vado da chi vorrebbe insegnare e gli dico: ” Se fai il mio corso, col mio bellissimo marchio, io ti do’ tutto il materiale, tu lo paghi e mi dai  una percentuale del tuo utile”.  Il poveretto deve incassare tanto e spendere poco. A dei nostri allievi, formati per la docenza, è stato chiesto di: – attenersi a un programma poverissimo senza dare di più, – reperire gli allievi e  -raggiungere un fatturato minimo compresa la vendita di magliette, olii, creme, lettini, ecc. 
Altro allarme sono i corsi Csen. Chiunque puo’ associarsi allo Csen, fare corsi e metterci il marchio e stampare “certificati”.  Sbandierare l’autorizzazione Csen vale …nulla. E nulla vale la dizione “valido nel circuito Csen” piuttosto che Aics, Arci, Coni…  
Morale: questa situazione dei “certificati validi” è diventata tragicomica. Sono le organizzazioni olistiche (Fipo, Sidos, Sicol, ecc) che devono battersi per avere una legge, un percorso, un riconoscimento e non lasciare che vadano sul mercato operatori da un corso e mezzo.